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STRADE DELLA ROMA PAPALE

Vicolo Cupi, ora De Cupis (R. VI – Parione) (da via di Santa Maria dell'Anima a via del Teatro della Pace)

Il vicolo, che esisteva fin dal ‘500 e che fu chiamato De Cupis dal vicino palazzo dell’omonimo cardinale, aveva dietro numerosi depositi di granaglie, che fecero chiamare la contrada “dei Granari”.

Dice il Sarti (XIX sec.):
Nel vicolo de’ Granari è una casa appartenente al principe Doria, a sinistra di chi entra, uscendo dal Palazzotto Trivulsi, ora Floridi, nel muro di questa casupola erano murati 3 pezzi della parete inferiore dell’obelisco panfiliano, precisamente di quel tratto di muro che è fra la porta n°2 e quella n°3. Stettero colà finché il Doria dette quella casa in enfiteusi al Sign. Giuseppe Gualdi, padre del cristallaro sulla Piazza degli Orfanelli nel 1832. Questi li donò al cardinale Borgia che li pose nel suo museo, e poscia passarono a Napoli. Se ne potevano prendere le dimensioni, perché si vedevano i 3 buchi riempiti modernamente di calce. Questa notizia è preziosa perché prova che fu troncato l’obelisco, per poterlo collocare [1]”.

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[1]             Quando fu trasportata la « guglia », da Porta S. Sebastiano, dove giaceva rotta in 5 pezzi, Pasquino scrisse “Dic ut lapides isti panes fiant” (dì che queste pietre divengano pane) spiegandosi poi meglio in romanesco col dire:

“Noi volevamo artro che guglie e fontane
pane volemo, pane, pane e pane
”. 

L’obelisco (guglia) fu portato a Roma da Domiziano, ma fu Massenzio a servirsene per il circo sull’Appia, da lui dedicato al figlio Romolo. Caduto a terra, l’obelisco vi rimase, rotto in 5 pezzi, fino al 1648. Portava incisi i geroglifici col nome di Domiziano.

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Lapidi, Edicole e Chiese :

- Vicolo de Cupis

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